E' bello vivere con un dolce, piccolo, silenzioso e sicuro segreto.
Quello che ti consente di vivere la tua vita di facciata in modo impeccabile, ma grazie al quale tiri lo sciacquone dalla quotidianità, dallo stress, dalle magagne e dalle palate di merda che la vita ti fa mangiare.
Dolce, così dolce da diventare diabetici, perchè ti conosce poco, ti vede una regina, perfetta, inestimabile tesoro da conservare con ogni cura e, appunto, ogni dolcezza. Ti coltiva, ti coccola, ti consola, indossa i panni del principe azzurro part-time che ti salva dalle ingiustizie e non teme di essere la tua valvola di sfogo, anzi ti ascolta come non credevi che un uomo potesse saper fare. Ti imbocca tartine d'amicizia e amore assieme, placando ogni fame.
Piccolo, perchè sta in una tasca, non necessita di spazi né tempi eccessivi: lo gestisci nei ritagli che ti concedi, per il resto del tempo puoi riporlo nel suo contenitore a tenuta stagna e dall'esterno nessuno, neppure tuo marito, potrà scoprirlo, perchè nessuno all'esterno sa nulla di lui. Così piccolo che passa inosservato anche a chi vi vede assieme, e non capisce nulla, perchè piccolo com'è non riesce a farsi notare neppure volendo, come un paio di scarpe anonime.
Silenzioso, perchè il bip dei suoi sms non fa rumore, le vostre chiacchierate sono sussurri, i sentimenti ed i pensieri fluiscono liberi senza annunciarsi con eclatanti scossoni d'avvertimento. Silenzioso perfino quando tra le lenzuola ti guarda con gli occhi di un bambino e si strazia in quel piacere assoluto che mozza il respiro; concede solamente a te il diritto di far scoppiare il fiato in un urlo, perchè sa che tu, silenziosa, non riesci ad esserlo, logorroica e caotica come sei, e come piaci a lui.
Sicuro come tutte le volte che giura e spergiura che rimarrà lì, nella tua tasca, a non complicarti la vita, fino al momento in cui tu sarai in grado di farlo uscire definitivamente. Vive per te, attorno a te lascia che ruotino tutti i suoi satelliti, non ha altri occhi nè orecchie da cui berrebbe la vita filtrata dalla tua saggezza e dalle tue sregolatezze. E' una complicità a doppio filo, perchè tu ti culli nel saperlo sicuro al suo posto e lui si accoccola lì.
MA poi arriva il giorno che la dolcezza diventa troppa, e mette una sete che non riesci a placare, ed annaspi e cerchi di arginarla, perchè sentirti troppo amata, troppo coccolata ti sta togliendo il gusto del guadagno. Ovviamente non c'è via di mezzo, e il segreto taglia i fondi, smette di capirti, avanza pretese troppo tardive, va a leggere le clausole scritte con l'inchiostro simpatico nelle basi del vostro sodalizio. All'improvviso fa cucù dalla tasca e si gonfia, strappa le cuciture, chiede di uscire, di avere uno spazio grande abbastanza accanto a te, diventa ingombrante e pretende di mostrarsi al mondo. Inizia a fare trambusto, chiede, indaga, si fa malfidato, lascia il suo posto e si piazza su una linea di confine: al di là c'è un mondo che a lui piace, ma che sceglierà solamente rinunciando a te. Fa franare le tue certezze, smette di essere un punto fermo e diventa un punto interrogativo accigliato, molto molto simile a quelli che nella vita reale ti tocca affrontare ogni giorno. E tu quella categoria lì la odi, odi essere inquisita, odi sentire lamentele e rinfacci, sei la prima a non usare certe armi perchè rinfacciare equivale a non aver fatto nulla con il cuore, e tu con il cuore condisci anche la grigliata.
Così ti costringi a fare ciao ciao al tuo segreto.
Poi però ti trovi a piangere senza la sua spalla, allunghi la mano nella tasca vuota, ti senti opprimere dal silenzio, ti senti persa senza il punto fermo delle tue giornate. Inzuppi cuscini di rabbia e malinconia, smetti di sentire fame, smetti di provare a dormire, non ti accorgi se fuori c'è il sole o no: vai avanti a sigarette e lavoro sperando che uno dei due ti lenisca il dolore, magari coprendolo con un'altra malattia. Ti senti stupida per averlo cacciato, hai fatto tutto da sola senza concedere quella prova d'appello che ora vorresti chiedergli... e che gli chiederai, lo sai bene, perchè stai cedendo alla contraddizione. E lui cerca di essere felice altrove, va lontano, troppo fuorimano perchè tu riesca a seguirlo con lo sguardo.