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Un po' (molto po') di me

La mia foto
Sono una wannabe-molte cose: giornalista, fotografa, animatrice, interprete, scrittrice, designer. O per meglio dire sono una WANTED TO, visto che ho scelto una carriera da creativa che mi ha portato al niente disoccupazionale. MA sono anche: figlia unica (e assenteista), moglie mutevole; riciclona seriale con tendenza compulsiva all'ammucchio negli angoli, amica leale, tendente alla puntualità cronica e alla lacrima+sigaretta, professionalmente impeccabile. Contraddittoria e mutevole. Cinica e creativa. Stronza, nella maggior parte dei casi.

venerdì 30 maggio 2008

L'impasse

... ferma, immobile, ho finito di fare il fattibile.

Pulito casa, fatto e steso la lavatrice, innaffiato le piante, svuotato e pulito l'armadio 8stagioni.

Odio quando un cliente non mi manda il materiale e mi pianta il lavoro a metà. Sono sicura che poi sbraiterà sulla lunghezza dei tempi... peccato che sia sua la lunghezza. E odio ancora di più rimanere senza nulla da fare alle 17.05 di pomeriggio. Quasi quasi vado a farmi un giro, perchè usare il solito trucco della sigaretta spezza-noia me ne farebbe fumare un intero pacchetto prima che torni l'uomo di casa.

... AZZ! Devo stirare. Questo l'avevo scordato. Sono salva, e lo è anche la mia carta di credito lontana dalle vie dello shopping sfrenato.

PS: stamattina mi ha chiamato. Mi ha annoiato con i suoi "mi manchi" bronciosi, ho cercato di staccare prima possibile. Molto molto male...

giovedì 29 maggio 2008

Fulmini a cielo coperto

Cazzocazzocazzo. Cazzo.

Ho detto "cazzo"?

Il mio non-ex si sposa tra pocopiù di un mese. SBANG! Mannaia sul coppino. Cazzo come l'ho sentita bene stavolta.

Lo so che non dovrei essere gelosa, non lo sono affatto degli ex, eppure lui... lui è tutt'altra cosa. L'unica storia della mia vita dove, avessi parlato, avrei rischiato di essere felice. Bastava far stare zitta quella vocina malefica, che mi ripeteva che non potevo ammettere di essere innamorata di lui, perchè lo conoscevo in tutto e per tutto, pregi e difetti, e proprio su quei difetti c'avrei sgrugnato il naso, le ginocchia e quant'altro, e mi sarebbe passato sopra come una ruspa in azione. Storie serie e semiserie che si susseguivano, per me e per lui, a periodi alterni, ma mai ci fosse passata in testa l'idea che quell'ennesima storia escludeva noi due, che mai siamo stati un "noi". Tradire il/la ragazzo/a ufficiale con la scusa della semplice botta ormonale, sì, ok, potevamo raccontarla meglio sta cazzata, perchè non è una botta ormonale se ogni volta è con la stessa persona, quella che fa da confidente, da amico/a, che lenisce ogni dolore e che fa sentire bene, in quel bozzolo di tranquillità ed equilibrio che avremmo dovuto riconoscere.

Invece no, siamo andati avanti anni con quella scusa a cercarci, annusandoci per riconoscere sempre che l'odore della volta precedente non era stato lavato via dagli "amori" del frattempo. Sapevo che ne ero innamorata, ma le sue storie ufficiali mi facevano mantenere la distanza, mi obbligavano a tacere, perchè il suo no sarebbe stato troppo forte, e avrei messo in crisi tutto quel rapporto; e poi lui era così determinato che, nella remota possibilità che " ", sicuramente mi avrebbe informato... tzè, remota è un eufemismo, io ero anni luce dal suo ideale di donna, non potevo competere nemmeno volendo. No, io e lui assieme, per quanto bello, adrenalinico e liberatorio come un giro sulle montagne russe, era impossibile.

Peccato che, nel mentre, anche lui faceva lo stesso ragionamento.

(vi autorizzo a ridere)

Sfiga? No, il vizio dell'ipocrisia di facciata. Non ci siamo mai detti il bene che ci volevamo, non abbiamo mai ammesso di sentire la reciproca mancanza, non ci siamo mai lasciati andare ai sentimentalismi di una coppia in fieri. E' stato come andare in vacanza ai Caraibi, ripetendoci l'un l'altro di essere villeggianti a Ostia. (non me ne vogliano gli Ostiensi)

Cretini, cretini come scimmiette male addestrate, ecco cosa siamo stati. Per tacita definizione eravamo "trombamici"... che cazzata, signori e signore. Potenzialmente poteva essere la migliore storia della nostra vita, e non è stato nulla, e quell'amore è imploso fino alle lacrime amare di quando abbiamo vuotato il sacco, io già assieme al mio poco-gentil-consorte, lui in pieno periodo-single. E' stata la prima volta che l'ho cordialmente mandato a farsi fottere, e viceversa.

La seconda è stata dopo le mie nozze: è stato l'unico a tirarmi pacco senza nemmeno il coraggio di una telefonata. Ho azzardato ad invitarlo, immaginavo che avrebbe ingoiato un boccone amaro, eppure per tutto quel giorno non ho smesso di sperare che sarebbe spuntato da qualche parte: dopotutto gran parte di quello che sono ora lo devo al suo passaggio nella mia vita, e non posso nascondere che gli voglio bene e che la nostra non-storia mi ha insegnato tanto.

Ora tocca a me ingoiare il boccone amaro, questa partecipazione tra le mie mani sa di fiele. Che sia felice almeno quanto desideravo che lo fossimo io e lui assieme; e che tutto il resto sia vita che scriverà con la donna che ha scelto e che, immagino, non mi somiglierà affatto. O forse sì? 

Ma questa è una non-storia, e tutto quel che merita è un non-finale.

mercoledì 28 maggio 2008

de solitudine

Riunione vincolantissima per il poco gentil consorte stasera.

Potrei chiamarlo, cercarlo. So che pianterebbe la sua poco vincolante seratina amici-cineforum-ciaccole e si fionderebbe qui. Dopotutto è più di un mese che non ci vediamo....

Però no, ho una zavorra addosso: non è un senso di colpa tardivo, non è il ciclo che mi sminuisce il bel sesso che farei, non è voglia di fare qualcos'altro godendomi la casa (cosa, a parte stirare le due lavatrici appena appena asciutte?). Autoanalisi fallita: forse è solo pigrizia.

Cadaverino

Ahia.

Ciclo, emicrania, litigi burocratici, svogliatezza lavorativa, scojonatezza generale. Un mix da cui far uscire un cocktail letale per un bue.

E pensare che ho dormito abbastanza stanotte, ma forse il mio maritozzo, come sempre, ad una certa ha ben pensato di non sopportare più gli strati di coperte addosso a lui e li ha riversati addosso a me. Tante grazie. Forse è stata la riunione di ier sera a scojonarmi di brutto, m'è rimasta tra le mani dell'elettricità da scaricare sulla faccia di chi so io. E ci si mette anche la primavera a tagliarmi le gambe con pollini e malanni fuori stagione, io che mi vesto sempre a strati a costo di sembrare un'accattona ma con la consapevolezza di un'adattabilità estrema al clima - tutte cazzate, dico ora. Ho ancora il blocco degli appunti dell'upgrade coi clienti di ieri, è qui accanto che mi guarda con gli occhioni languidi, e so che dovrei prenderlo in mano, benchè sappia a menadito cosa ho metodicamente e ruffianamente scritto meno di 24 h fa, però NO, non ho affatto voglia, se li guardo mi monta la rabbia per la delusione ricevuta: sarò anche una dalle alte aspettative, ma stavolta mi sono fatta il mazzo e quelli lì non l'hanno capito.

Forse forse forse mi ci vorrebbe una potente, sana e liberatoria scopata. ma con chi? Il maritozzo, oh piccino lui, non si tirerebbe indietro, ma se proprio devo fare ginnastica preferisco la cyclette, così evito anche la voglia di spaccargli il muso perchè non ricorda più la differenza tra una prostituta e una moglie; e poi mai mi sfiorerebbe con il ciclo, sono un'appestata ai suoi occhi in questi giorni. Lui, d'altro canto è lontano, non c'è possibilità materiale di vedersi come tempi, luogo e incastro di scuse; mi farebbe un gran bene ma proprio non posso.

Cosa mi resta? Una compressa di ibuprofene, giù in gola, e passano le pene, almeno quelle fisiche, e posso far finta di star bene.

martedì 27 maggio 2008

La degna inaugurazione di un blog

Salve a tutti.

Sono una donna (anche se mi viene da dire bambina cresciuta) e con questo outing aprirò una lunga sequela di interventi su di me e su quello che mi fa da satellite: famiglia, lavoro, scazzi e follie.

Bon, iniziamo subito l'outing, caviamo il dente marcio. Un anno fa, la mia prima volta con Lui. Lui che non è mio marito ma che mi fa sentire milioni di volte più amata, desiderata, stimata. Lui che certe volte vorrei prenderlo a schiaffi perchè si fa raggirare e crede alle mie frottole, cieco davanti alla palese impossibilità che io e Lui staremo mai assieme alla luce del sole. Eppure, in questa mia malvagità, nell'opportunismo che mi spinge a prendere il buono senza affrontare le magagne, sento che c'è un sentimento perverso che puzza un po' d'amore, poco, appena un accenno, ma è sicuramente qualcosa di positivo per me dopo essere caduta nell'apatia matrimoniale.

Un anno fa, e mi vengono le lacrime a ricordarlo, eravamo lì, come due angeli caduti, ad impararci a memoria gli occhi e le mani per poi sciogliere loro le briglie. Un giorno intero di brividi e di emozioni così forti che varrebbe come scorta annuale se dovessi essere confinata in un eremo. Piano piano, ci eravamo arrivati, superando le comuni reticenze, la paura che stessimo solamente giocando a sconfiggere la noia, gli imbarazzi fisici di due tutto-fuorché-modelli, la timidezza di due perfetti sconosciuti che hanno storie diverse e diversi odori di passaggi passati sulla pelle. E non è stato sesso, no, è stata la cosa più vicina a quel "fare l'amore" che non ho ancora trovato.

E allora, perchè a distanza di un anno sto cercando di non vederlo per lunghi periodi, di farlo disabituare alla mia presenza in tutte le ore della giornata, lo sto privando delle piccole attenzioni quotidiane raccontandogli frottole su frottole? E' un gioco sadico il mio, e masochista, perchè mentre cerco di stabilire spazi e misure per riuscire a respirare senza la sua presenza fissa - basta quella, ingombrante e indesiderata, di mio marito nella maggior parte dei casi - so già che vivere senza Lui mi è impossibile ora, e domani, e dopodomani?

... benvenuti nel mio caos.