Cazzocazzocazzo. Cazzo.
Ho detto "cazzo"?
Il mio non-ex si sposa tra pocopiù di un mese. SBANG! Mannaia sul coppino. Cazzo come l'ho sentita bene stavolta.
Lo so che non dovrei essere gelosa, non lo sono affatto degli ex, eppure lui... lui è tutt'altra cosa. L'unica storia della mia vita dove, avessi parlato, avrei rischiato di essere felice. Bastava far stare zitta quella vocina malefica, che mi ripeteva che non potevo ammettere di essere innamorata di lui, perchè lo conoscevo in tutto e per tutto, pregi e difetti, e proprio su quei difetti c'avrei sgrugnato il naso, le ginocchia e quant'altro, e mi sarebbe passato sopra come una ruspa in azione. Storie serie e semiserie che si susseguivano, per me e per lui, a periodi alterni, ma mai ci fosse passata in testa l'idea che quell'ennesima storia escludeva noi due, che mai siamo stati un "noi". Tradire il/la ragazzo/a ufficiale con la scusa della semplice botta ormonale, sì, ok, potevamo raccontarla meglio sta cazzata, perchè non è una botta ormonale se ogni volta è con la stessa persona, quella che fa da confidente, da amico/a, che lenisce ogni dolore e che fa sentire bene, in quel bozzolo di tranquillità ed equilibrio che avremmo dovuto riconoscere.
Invece no, siamo andati avanti anni con quella scusa a cercarci, annusandoci per riconoscere sempre che l'odore della volta precedente non era stato lavato via dagli "amori" del frattempo. Sapevo che ne ero innamorata, ma le sue storie ufficiali mi facevano mantenere la distanza, mi obbligavano a tacere, perchè il suo no sarebbe stato troppo forte, e avrei messo in crisi tutto quel rapporto; e poi lui era così determinato che, nella remota possibilità che " ", sicuramente mi avrebbe informato... tzè, remota è un eufemismo, io ero anni luce dal suo ideale di donna, non potevo competere nemmeno volendo. No, io e lui assieme, per quanto bello, adrenalinico e liberatorio come un giro sulle montagne russe, era impossibile.
Peccato che, nel mentre, anche lui faceva lo stesso ragionamento.
(vi autorizzo a ridere)
Sfiga? No, il vizio dell'ipocrisia di facciata. Non ci siamo mai detti il bene che ci volevamo, non abbiamo mai ammesso di sentire la reciproca mancanza, non ci siamo mai lasciati andare ai sentimentalismi di una coppia in fieri. E' stato come andare in vacanza ai Caraibi, ripetendoci l'un l'altro di essere villeggianti a Ostia. (non me ne vogliano gli Ostiensi)
Cretini, cretini come scimmiette male addestrate, ecco cosa siamo stati. Per tacita definizione eravamo "trombamici"... che cazzata, signori e signore. Potenzialmente poteva essere la migliore storia della nostra vita, e non è stato nulla, e quell'amore è imploso fino alle lacrime amare di quando abbiamo vuotato il sacco, io già assieme al mio poco-gentil-consorte, lui in pieno periodo-single. E' stata la prima volta che l'ho cordialmente mandato a farsi fottere, e viceversa.
La seconda è stata dopo le mie nozze: è stato l'unico a tirarmi pacco senza nemmeno il coraggio di una telefonata. Ho azzardato ad invitarlo, immaginavo che avrebbe ingoiato un boccone amaro, eppure per tutto quel giorno non ho smesso di sperare che sarebbe spuntato da qualche parte: dopotutto gran parte di quello che sono ora lo devo al suo passaggio nella mia vita, e non posso nascondere che gli voglio bene e che la nostra non-storia mi ha insegnato tanto.
Ora tocca a me ingoiare il boccone amaro, questa partecipazione tra le mie mani sa di fiele. Che sia felice almeno quanto desideravo che lo fossimo io e lui assieme; e che tutto il resto sia vita che scriverà con la donna che ha scelto e che, immagino, non mi somiglierà affatto. O forse sì?
Ma questa è una non-storia, e tutto quel che merita è un non-finale.