Qualcuno deve avermela augurata pesantissima, oppure è solo la pena del contrappasso per quel che sto non-facendo, pensando, dicendo.
Fatto sta che mi sono beccata una bella influenza di quelle che ti sconquassano il sistema gastrointestinale e ti fanno diventare un'intima conoscente di wc e bacinelle. Oppure sto semplicemente somatizzando questo stato di ansia.
Ansia, sì. Di capire cosa vorrà farne Lui di me, capire quale posto mi spetta nella sua vita, sempre se vorrò accettarlo.
E paura, paura che mi abbia già cancellato dal suo cuore, anzi paura di non esserci mai entrata a fondo. Paura di scoprire che mi ha sempre mentito come sta facendo ora... no, non mi ha del tutto mentito, ha solo omesso dei particolari che ovviamente pesano sul futuro di quel "noi" che potrebbe tornare ad avere dignità di essere detto. Uno di questi particolari è che ha preferito non chiarire con me i dubbi che aveva, archiviarmi e trombarsi direttamente un'altra, con cui a quel che so sta anche assieme. I piccioncini...
E allora scatta quella sensazione di schifo addosso, quella morsa allo stomaco ogni volta penso a come i loro corpi si sono incastrati, alle parole che sono uscite dalla sua bocca così simili a quelle che ci inventavamo ogni volta, a come il suo corpo si sia venduto alla prima cagnetta in calore senza ricordarsi che io su quel corpo c'ho messo la firma. Ora che ho bisogno di un suo abbraccio, ora che vorrei la conferma che è mio, sento già che mi darebbe il vomito il tocco di un suo mignolo.
Penso che Lui sia un lurido bastardo che gioca coi miei sentimenti perchè nella vita non ha fatto altro che giocare e non sa fare altro. Penso che tutto quello che ci siamo dati e promessi finora non vale nulla per Lui, che sono stata un piacevole passatempo, una maestra, un supporto e quando ha trovato di meglio, oplà mi ha fatto scendere dalla corsa. Penso che Lui sia terrorizzato al pensiero di confessare tutto e preferisce tenere il piede in due scarpe piuttosto che affrontare la mia intransigenza, il mio disgusto, l'orgoglio che mi imporrebbe di grattugiarlo via dalla mia vita. Penso che io l'abbia ferito, sì, e anche tanto ed intenzionalmente, ma che avrebbe dovuto chiudere con me prima di trovarne un'altra. Penso che non so se vorrei sentire dalle sue labbra il racconto di questa sua nuova storia, perchè rischierei di ridurlo a brandelli, oppure fare finta di non sapere e lasciare che ci creda, proseguendo con questa recita di dolcezza quando invece vorrei spillargli dalla carotide fino all'ultima stilla di sangue.
Fa male, fa così male che i vestiti paiono spilli addosso, ed ogni minimo pensiero di Lui mi sbatte davanti agli occhi quell'immagine di loro due avvinghiati e di me che in quel momento non passavo (giustamente) nella sua testa.
E poi dice che mi sente ancora sua, che vuole recuperare, che mai mi farà del male. Già, bella farsa. Regge solo perchè non sa che io so. E sentirlo mentirmi così palesemente mi fa doppiamente male, arriva alle ossa, riesce a far desiderare al cuore di implodere.
C'è un periodo per trattenere e un periodo per lasciar andare... c'è un modo giusto di amare ed uno sbagliato, e credo che io e Lui non abbiamo lo stesso metodo. O forse no, abbiamo proprio lo stesso: quello fatto di sotterfugi, di bugie, di recriminazioni, prevaricando e rigirando l'altro con promesse di eternità mentre non si sa se si arriva a dopodomani. Eppure io non gli ho mai dato scadenza a quest'amore, non gli ho mai assicurato una data in cui spiegare le ali e volare, sono stata chiara nel dire che le mie erano intenzioni ma che per attuarle sarebbe servita una guerra dei cent'anni. Sono stata io a dirgli che poteva farsi la sua vita quando l'ho visto vacillare al vento dei suoi pochi anni, sono stata sempre io ad avvertirlo che non riesco ad offrirgli nessuna garanzia ma che, per il resto, gli avrei dato qualunque cosa al mondo ed avrei fatto in modo che nessuno potesse mai fargli del male, anche a costo di sparire se mai mi fossi accorta che gliene stavo facendo io stessa. E Lui è voluto rimanere, Lui ha scelto me, Lui ha accettato di restare sulla barca senza sapere se affonderà o attraccherà al sicuro. Ora penso solo che non aveva di meglio da fare.
Già, ricordiamoci sempre che me lo merito. Magari gli sto rovinando la storiella della sua vita rimettendomi in gioco come terzo incomodo.
Parlo di sincerità, di orgoglio, di correttezza? Ma su, dopotutto sono io la prima che ha sempre giocato sporco con Lui senza farsi troppi problemi. Ora pago. E il cuore è ad un passo dal saltare in aria.