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Un po' (molto po') di me

La mia foto
Sono una wannabe-molte cose: giornalista, fotografa, animatrice, interprete, scrittrice, designer. O per meglio dire sono una WANTED TO, visto che ho scelto una carriera da creativa che mi ha portato al niente disoccupazionale. MA sono anche: figlia unica (e assenteista), moglie mutevole; riciclona seriale con tendenza compulsiva all'ammucchio negli angoli, amica leale, tendente alla puntualità cronica e alla lacrima+sigaretta, professionalmente impeccabile. Contraddittoria e mutevole. Cinica e creativa. Stronza, nella maggior parte dei casi.

mercoledì 29 dicembre 2010

Attesa e nervi

Ecco, è tutto fatto. Ho il camion sotto casa e la mia vita negli imballi.

Adesso, dite anche voi una preghierina ai vostri Dei, affinchè la compagnia telefonica si sbrighi ad attivare la linea nella casa nuova, altrimenti io impazzisco e non posso lavorare. Dite due parole anche per preservarmi da un esaurimento, perché se questo Natale non ho ucciso nessuno è solamente colpa della mancanza di armi - proprie e non.
Tutto quel che non doveva succedere è successo, e ci han rimesso i miei cari, oltre che io. Ma vabbè... se sto scrivendo vuol dire che nonostante tutto sopravvivo. Il mio fegato un po' meno.


Buon inizio d'anno, splendido condominio!

giovedì 23 dicembre 2010

Breve-mente

Intanto auguro a tutti/e
Buon Natale!


poi ci rivediamo tra qualche giorno, se sopravvivo anche quest'anno ai tre giorni d'inferno (che saranno 4 però)

lunedì 20 dicembre 2010

Numero privato


Sul vecchio numero della ditta, rispondo sempre ai numeri anonimi. Qualche vecchio cliente, qualche risposta ai curriculum inviati... non si sa mai.
E invece, lui: a volte ritornano.

"Sai, volevo farti gli auguri per Natale"
... oddio, sembra quasi cresciuto. Ponderato, per azzardare un giudizio dopo poche parole.
"... ed annunciarti che mia madre è nuovamente ricoverata, e dirti grazie per tutto il tempo che ho sprecato dietro a te invece che curare lei"
E ti pareva. Gli ricordo, allora, che si è sempre lamentato del POCO tempo che ci dedicavamo. Che io non ho MAI anteposto me a sua madre, altrimenti ora non so come farei a guardarmi in faccia. Che i suoi errori di valutazione e le sue perdite di tempo non devono ricadere su di me.
"E certo, per te è facile fare quella che non sa, che non c'entra"
Ma come? Se sono stata io ad informarmi per le cure necessarie, a chiamare consultori, ad andare in avanscoperta con gli specialisti, cartelle cliniche alla mano? Che se non avessi trovato io le parole, in quella casa sarebbero andati avanti con la testa nella sabbia fino al giorno del mai.
"Mi hai rovinato la vita, mi hai fatto sprecare tempo, soldi e anche occasioni"
Ah sì? Le corna che portavo mi ricordano che certe occasioni sono state colte al volo, invece, ma questo mi guardo bene dal dirglielo, perchè di accusa in accusa non si finirà certamente con un Buon Natale. Come ometto la considerazione che ciascuno è padrone del proprio tempo e dei propri soldi, che non l'ho mai obbligato né chiaramente e né con mezzi subdoli a spendere per me, anzi. Ma vabbè. Ci ero abituata, a queste recriminazioni.
Ma poi urla:
"Lasciami respirare, cazzo! Mi sento braccato! Voglio la mia vita e invece ovunque mi giro vedo segnali di te, delle cose che abbiamo fatto e che ci siamo detti! Maledetta tu!"

... sì, anche io vedo ogni tanto degli strascichi, anche se non fanno più male: semplicemente è storia. Frasi ripetute e che, dopo mezzo secondo, suonano con la sua voce. Posti visti assieme. Cose che una volta ci saremmo subito comunicati ma... ma glielo dico, che è finita per me e per lui, che una storia finisce anche solo per volontà di una parte, che si va avanti, che non ci si crogliola nel farsi male perchè così conviene e si ha sempre ragione, si viene sempre compatiti e l'altro è sempre un maledetto bastardo. Che sua mamma è intoccabile come ogni mamma che, ringraziando il cielo, è ancora accanto ai propri figli, e che non mi riesce di sentirmi in colpa per i suoi errori di figlio, visto che io gli ho sempre consigliato di dedicarsi a lei. Che mi spiace la situazione sia questa, ma non sono più nella posizione di poter fare qualcosa. Che non ha senso che lui urli, non lo aiuta a sentirsi meglio né a risolvere qualcosa, anzi lo avvicina ad una bestia senza alcun controllo razionale. Che può maledirmi quante volte vuole, ma che nonostante tutto io gli auguro solo di trovare una sua strada ed un suo equilibrio nella vita, senza dover più dare colpe e meriti agli altri, senza più fare la vittima, senza più recitare la parte del burattino.
Poi gli auguro buone feste e riaggancio.

E mi sono dimenticata di dirgli che chiamarmi con il numero anonimo non è una cosa molto intelligente.
Ma tanto, per lui, sbaglio sempre io. Sono la fonte di tutti i suoi mali.

Ma vaffanculo! ... altro che auguri...

sabato 11 dicembre 2010

A letto con...

seconda parte della wishlist natalizia,
ma stavolta mi do meno al frivolo e più all'intellettuale...


 ... ho seri dubbi, ma voglio leggerlo, almeno per metà, prima di giudicarlo male dal riassuntino online.

 io adooooooooooooooooooooro De Carlo, da "Due di due" in poi. L'avete letto?

 me ne ha parlato bene molta gente di cui condivido i gusti letterari, dunque sarà un successo!?!

 vergognosamente non l'ho ancora letto. Lo consigliate? O lo riciclerò impunemente?

Quello che le mamme non dicono seguendo il blog dell'autrice, non posso che dichiararmi follemente innamorata di lei!

 argh! Non l'ho ancora letto; della Allende mi manca solo questo, quasi...

Natale s'avvicina, io imballo (come si suol dire: sei in pista, allora IMballa!) e maledico vittime casuali e randomizzate, tanto per sfogare i nervi.
Che odio questo periodo. Devo anche tirare la cinghia sui regali, sennò col cavolo che riesco a fare le tende nuove entro Gennaio. Ovviamente io risico e il Consorte no (che lui pensa che il conto in banca sia profondo come una fossa delle marianne). Cazzo. Babbo Natale, se ci sei, accorcia le braccine del Consorte di almenoalmeno 10 cm l'una, così non può arrivare alle tasche. E poi dicono dei piemontesi eh...
Se rinasco lo voglio genovese.
Non voglio tutti quei regali. Voglio che sto periodo di sterco traballante come un budino passi alla svelta.
E nemmeno un panettone.