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Un po' (molto po') di me

La mia foto
Sono una wannabe-molte cose: giornalista, fotografa, animatrice, interprete, scrittrice, designer. O per meglio dire sono una WANTED TO, visto che ho scelto una carriera da creativa che mi ha portato al niente disoccupazionale. MA sono anche: figlia unica (e assenteista), moglie mutevole; riciclona seriale con tendenza compulsiva all'ammucchio negli angoli, amica leale, tendente alla puntualità cronica e alla lacrima+sigaretta, professionalmente impeccabile. Contraddittoria e mutevole. Cinica e creativa. Stronza, nella maggior parte dei casi.

domenica 21 febbraio 2010

3 is a magic number


Pischè, sei un uomo. Hai coraggio, umiltà, passione, grazia.
Non mescolarti più con la merda.
Tu sei ORO.



 e IO devo ringraziare TE.

venerdì 12 febbraio 2010

Full


Non lo sopporto più.
Critica tutto, tutto, tutto di me, anche i boccoli ai capelli.


Mi ama? Forse. Mi ama ma non mi sopporta. Mi ama e mi racconta frottole. Mi ama come non sopporto di essere amata.


Sono stanca di essere sempre l'imputata del processo.
Sono stanca della sua cafonaggine e ipocondria.
Sono stanca dei vizi che io stessa gli ho dato e non ho mai preso per me, in questo gioco di fare da mamma e da moglie.
Sono satura di vivere sempre sull'altolà per un'intonazione sbagliata: la spia segna rosso, è ora di allentare la pressione.
E mentre il mondo festeggia san Valentino, io penso a quando innescare la bomba.


E' finito il tempo in cui riguadagnava terreno. Non ne ha più. E' franato via ogni appiglio.

Ho sempre creduto alle cadenze regolari e cicliche degli eventi...

martedì 9 febbraio 2010

Quella voce a Sanremo

(frivola e incoccolonata nel batticuore)


Perchè quest'anno ho comprato Sorrisi.

Volevo leggere le sue parole prima di ascoltarle.
Volevo sapere che quel sorriso sornione, davanti a delle tegliette di alluminio del cinese da asporto, era vero e motivato.
Volevo essere orgogliosa di quell'abbraccio, di quella complicità, della finzione di una fan come tutte le altre e di quel sms furtivo per scappare un po' a raccontarci di noi, in barba alla Sony, in barba alla tabella di marcia, in barba al divieto di fumare (e allora le Marlboro te le compro io). 
Mezzora, forse un'ora? Mi sono ubriacata dei suoi sorrisi, delle ciglia che fendevano l'aria.
Ho fatto il pieno di "ma dajeeee" e dello scampolo di tempo rubato per dirci di noi, filtrati appena, imboscati lontano dalle grida.
Dirci sottovoce del mio matrimonio, del suo stress, raccontarci del nostro passatopresentefuturo e poi chi lo sa.
L'ho stretto come se fosse ancora quel pischellino morbido di un tot di anni fa, anche adesso che è uno spilungone osannato... sì, ammetto che anche io lo osanno. Ma non dimentico chi è, da dove viene, cos'è che chiama "casa".
Sembrava di spezzargli le costole, in quell'abbraccio. Volevo fosse vicino al cuore, vicino al mio coraggio e alla mia sfrontatezza diluita nel sangue, per dargliene un po' anche se ne ha da vendere. Una sublime faccia di culo.



Ora mi aspettano 5 giorni di puro patema, per cui mi autoproclamo in silenzio-stampa come ho fatto da Settembre a Dicembre, su questo argomento. Dimenticherò di cucinare e prenderò la forma della poltrona?

Buona fortuna.