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Un po' (molto po') di me

La mia foto
Sono una wannabe-molte cose: giornalista, fotografa, animatrice, interprete, scrittrice, designer. O per meglio dire sono una WANTED TO, visto che ho scelto una carriera da creativa che mi ha portato al niente disoccupazionale. MA sono anche: figlia unica (e assenteista), moglie mutevole; riciclona seriale con tendenza compulsiva all'ammucchio negli angoli, amica leale, tendente alla puntualità cronica e alla lacrima+sigaretta, professionalmente impeccabile. Contraddittoria e mutevole. Cinica e creativa. Stronza, nella maggior parte dei casi.

giovedì 30 settembre 2010

Addio, mia bella, addio


E così è arrivata la sentenza definitva.
Bye Bye Torino.



T'ho conosciuto andando incontro all'ignoto, in una primavera che era primavera dentro e fuori. La mia guida era un amore nuovo, illecito, piccolo, ma che premeva per farsi spazio dentro di me. Baci e curriculum, gelati e chilometri e io mai stanca di studiarti, sotto quel cielo che "no, non può essere solo smog".
Io che venivo da una città così distante da me, così fredda, chiusa, e immaginavo che nella metropoli sarebbe stato peggio, che "dovesse piacermi" per forza, e invece ho percepito subito il calore ed il colore, ho subito alzato gli occhi per mangiarmi via tutto il bello e il vero che hai. Ché è difficile per una come me amare un luogo: io mi adatto, ma non mi abbandono mai. Tu mi hai conquistata, invece, mi hai corteggiata galante e pungente coi tuoi spazi aperti, le tue assurdità architettoniche, il tuo rumore, le tue due velocità, i rituali, i vicoletti da una bici e una persona, i lampioncini, gli odori di cioccolata e gas di scarico, le pensiline, le luci che di sera si accendono su quel cielo intuito tra un comignolo e un'antenna, quei tram ancora coi sedilini in legno, le pelli diverse mescolate e fuse, le periferie di cemento e giardinetti... e poi il fiume. Porta via tutto, lui. Mi ha portato via, lo scorso Febbraio, nelle mie lacrime (che ora so inutili) e nella voglia di farcela ancora, qui con te che mi cullavi e mi lasciavi trasportare unicamente dai miei passi, senza indagare, senza giudicare, lasciandomi la libertà di un marocchino bevuto sotto la pioggia in pieno centro. Da fotografia... Mi ha portato via, il fiume, e mi ha lasciato a casa mia, con le chiavi in mano.


Ecco, ora mi sento menomata, perché so che dovrò fare a meno di te. Dovrò chiudermi in quattro mura senza le alpi attorno, senza più la sigaretta gurdando la neve. Saranno mura più belle, forse, più accoglienti, sicuramente organizzate meglio ma... tutto attorno non avrò più questa città che mi ha abbracciato così bene che fa male pensare di non poterla più assorbire giorno dopo giorno.

lunedì 6 settembre 2010

Back?!

(e non inteso come *culo*)

Un sms dopo quasi due mesi.
Due mesi in cui io ho reciso fili e tu hai gettato granate sui ponti.
Della serie: la grazia è direttamente proporzionale.

Ma non ha senso che io me la prenda, anche se tu te lo auguri.
Ti ho fatto male di proposito, te ne sei andato leccandoti le ferite.
Almeno te ne sei andato con un moto d'orgoglio.

Senza che fossi io a dirti per la miliardesima volta cosa devi fare.
E tutto questo ho voluto che accadesse.
Visto mai che ti facesse bene...

Solo che mi sa che l'orgoglio è al lumicino se mi mandi un sms.
Non bellicoso.
Non arrabbiato.
Non polemico.
Quindi non da te, o meglio: dal te (fintamente) pentito.

Peccato che io abbia detto basta alle craniate contro il muro, le mie e le tue.
Perchè non si quadrano più i cerchi, e se mai io l'ho fatto ora non vale più la pena.
E se serve ti dirò basta di nuovo, anche se non ho davvero voglia di dire proprio nulla.
E non so se capirai che è basta sul serio.
Come funziona con te?