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Un po' (molto po') di me

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Sono una wannabe-molte cose: giornalista, fotografa, animatrice, interprete, scrittrice, designer. O per meglio dire sono una WANTED TO, visto che ho scelto una carriera da creativa che mi ha portato al niente disoccupazionale. MA sono anche: figlia unica (e assenteista), moglie mutevole; riciclona seriale con tendenza compulsiva all'ammucchio negli angoli, amica leale, tendente alla puntualità cronica e alla lacrima+sigaretta, professionalmente impeccabile. Contraddittoria e mutevole. Cinica e creativa. Stronza, nella maggior parte dei casi.

giovedì 27 giugno 2013

troppo piccola (SOUNDTRACK OF MY LIFE #28)

 per capire la portata di quell'evento che un paio di cugini urlanti sbavavano per poter vedere dal vivo unendoci anche il sogno del viaggio a Londra. Per avere i biglietti che altro che paghetta e marciare fin lì a discapito della mamma italica ansiosa e dei primi interrail che facevano fico, ma nella provincia pseudoterrona facevano solo paura a chi doveva darti il nulla osta.
Ma io, dicevo, io ero troppo piccola perfino per uscire in bici da sola oltre il cortile di casa mia. Potevo solo tifare silenziosamente per i cugini e pensare mioddio mioddio se ci riescono loro un giorno ci riuscirò anche io a vedere dal vivo quelli lì che mi riempiono il walkman di musica vera, mica BimBumBam.


E quando l'ho capito sapevo già che non avrei mai più avuto l'occasione di fare quello che i miei cugini quasi riuscirono a fare. Scappando di casa però, nella preistoria senza telefonini che erano gli anni '80. E arrivando a Londra trulli trulli per poi non trovare modo di entrare. Una sfiga che ci ho pianto con tutto il cuore tenero della settenne mollacciosa che ero, anche se ascoltavo i Queen. Una sfiga che per un anno non han visto le chiavi di casa né l'auto, così alla fine siamo stati pari per un po'.

venerdì 21 giugno 2013

Summer Survey / Antòfacaldo!!


Le regole sono poche e semplici:
Elencare 10 cose che ami della stagione più calda dell’anno e passare il testimone ad altri 8 blog.
  1. essere obbligata a depilarmi costantemente (perché d'inverno, ammettiamolo, siamo più tolleranti verso il peletto).
  2. i gelatiiii - lo so, non dovrei, ma facciamo finta che.
  3. luce, luce fino a tardi, luce da mettere il cappellone di paglia anche per buttare il rusco.
  4. occhiali da sole obbligatori, ne sono una fanatica/collezionista.
  5. spalle nude, cipria abbronzante e reggiseno a fascia. Ora ditemi se d'inverno vi riesce. No, in discoteca non ci vado quindi non frequento locali così caldi.
  6. incontrare in centro frotte di turisti palliducci venuti da lontano e sentirmi sempre quella con la faccia da multilingue, visto che li attiro.
  7. dare aria alla bici e suonare il campanello per le viuzze deserte come se non ci fosse un domani.
  8. usare la panchina dei giardinetti per leggere ore di fila senza sentirmi chiedere dal vecchietto col cane "va tutto bene?" (ma se sulla panchina ci sto d'inverno che ti cambia?!)
  9. non sentire i geloni ai piedi
  10. sterminare sadicamente zanzare come se Tarantino potesse vedermi ed essere fiero di me - oh, tanto esistono, non posso fare finta di niente; tanto vale cercare il lato positivo della loro presenza nei miei paraggi.
Mi sono risposta di getto... spero gradiate.
Ora, eliminando quelle già "scomodate" dalla Brooke, che ringrazio assaimila, vado a tirarvi in mezzo:


sabato 15 giugno 2013

di-struggendo

E poi ci sono i giorni che ti svegli e desideri non vedere altro che buio e invece c'è luce e c'è rumore e c'è vita intorno.
E poi c'è che penso che dovrei farmi curare, da uno bravo.
Che senza alcun segno premonitore ho iniziato a sbattere così forte la tastiera del pc del Consorte contro il muro che l'ho mandata in mille pezzi e mi sono pure tagliata il palmo di una mano e sul muro ho una scena del crimine con tanto di tracce di DNA.

Io non lo so se è normale che mi accanisca contro gli oggetti. Che mi accanisca e basta.
Cammino tanto, corro tanto, faccio tanta cyclette, ma ora non sta più funzionando sto vecchio trucco dello scaricare adrenalina. 
Nemmeno lavando vetri per tre ore filate mi è passata quella voglia di urlare e spaccare qualcosa.

Non lo so cosa ho, cioè lo so, è un minestrone di roba e lo sto tirando fuori nel modo sbagliato. Ossia: c'è un modo giusto?
Vado avanti a tentoni e tentativi.

giovedì 13 giugno 2013

autodidatta e invasata (SOUNDTRACK OF MY LIFE #27)


Prima della Canzone del Sole, prima del giro di Do, prima dei duetti con il pianoforte di quella sorella impacciata, c'era questa nelle mie corde di seconda mano.
1994.

domenica 9 giugno 2013

sega mentale notturna #2

No, ma fatene rimanere incinta un'altra.

E poi un'altra ancora.
Tirate sempre i fili giusti, pigiate i bottoni che vanno pigiati.
E fatemi sentire una merda perché li odio tutti quei pancioni che non sono miei.
Una merda che invidia quelle donne e quegli uomini che, nonostante tutto, nonostante i loro problemi di salute soldi lavoro stabilità varie, ci riescono. Che a loro non viene detto scordatevelo.

Per favore, sparite dalla mia vista perché non riesco ad essere felice per voi.
Sono una merda.
Lo ripeto un altro po' così evito che mi compatiate.
Sono una merda.

giovedì 6 giugno 2013

Agosto dopo Agosto (SOUNDTRACK OF MY LIFE #26)

Era il 4 Dicembre 2008, quando sull'"altro" blog scrivevo:
Di pagine ne ho scritte parecchie a lui, per lui, su di lui, e fiumi di parole dolci e salate a parlarne con gli occhi umidi ed orgogliosi di migliore amica - quella definizione che mai ci siamo detti in faccia, che ci andava quasi stretta tanto era grosso quello che condividevamo.
Fino a 10 anni fa.
E poi oggi una foto, un nome, quasi 1000 km di distanza - ma cosa vuoi che siano se il mio cuore ti vuole bene come allora, o forse meglio, di un sentimento nato per caso e cresciuto per gioco e che anche con tutto questo silenzio non se n'è mai voluto andare via da me.
Il tuo nome mi fa sorridere, poi pensare, poi ricordare, ed ho voglia di urlare quanto bene ti voglio ancora, Fratellone mio, anche se non so più cosa fai, come stai, cosa sei diventato, e tu non lo sai di me. Ma so che sei sempre stato una persona migliore di me e che non sei mai riuscito a smontarmi quest'idea.
Se allungo una mano, mi sembra di sentire la tua stretta.
E lo scrivevo col cuore in mano.



E poi ci siamo detti che siamo grandi abbastanza da farci delle sorprese, quelle che avverti un'ora prima che quei 1000 km si sono liquefatti di fronte alle nostre facce di culo e sì, sono sotto casa tua, sempre che tu abiti ancora qui dove mandavo le lettere, e non mi è passata per la testa alcuna paura di infastidirti: perché sei tu, e sono venuta a portarti un Consorte da conoscere ma in cambio voglio tua moglie e la tua bimba da inglobare per qualche ora in queste braccia che diventano grandissime quando si congiungono con le tue che ne sono il naturale proseguimento.
E poi ce lo siamo ridetti e ridetti e l'Autosole e il Frecciabianca sono diventati alleati. E magari tra qualche anno, chi lo sa, faremo tutti assieme quella vacanza in Terrasanta che ci promettiamo da due decenni.

Ma come facevamo, da piccoli, a stare lontani anche 8 mesi di fila? Come facevamo a farci dediche in radio peggio degli innamorati e stare su un'interurbana così inter da farci dimenticare la paghetta? Come facevamo ad arginare l'assalto dei miei e dei tuoi che ci volevano assieme, più assieme di così, senza capire che il nostro assieme era oltre le loro idee, che lo è stato da sempre. Che ci manca solo il sangue in comune. In 28 anni avremmo potuto farne di trasfusioni...