Si infila nella porta una testa velata accompagnata dal padre, baffoni nero pece e sorriso sghembo ma sincero, che mi saluta con calore. Allora, come te la passi? Come me la passo? Famiglia, lavoro, studi, sei tornato in patria, piccoli puntelli di una conversazione cordiale tra semisconosciuti che sono stati affiancati anni fa da un lavoro piùcheprecario e che poc'altro hanno in comune.
Racconto del mio stato di perenne sfigodisoccupata, di come per l'Italia una donna della mia età con il mio curriculum sia un rischio per qualsiasi imprenditore voglia sobbarcarsi il suo stipendio con conseguenti maternità, part-time, eccetera e lui mi guarda perplesso, glielo leggo in faccia quello sgomento di una cultura, la sua, maschilista solo di facciata. Ah, ma adesso forse si è aperto uno spiraglio, racconto, e di qui e di là e sbrodolo particolari di un posto di lavoro ambito (da me e da altre mille persone almeno). Sorride, mi fa intendere come, al di là di tutto quello che non capisce, mi reputi una persona meritevole di solidarietà, quella solidarietà poco profonda fatta di imbeccate su come si fanno i dolcetti al miele e sull'iter per ottenere il contributo statale dell'asilo del figlio minore. Gliene sono grata, è un brav'uomo, è una famiglia modesta ma coerente e sana nell'onestà fatta di scapaccioni e collette alimentari per il fratello in cassaintegrazione.
Racconto del mio stato di perenne sfigodisoccupata, di come per l'Italia una donna della mia età con il mio curriculum sia un rischio per qualsiasi imprenditore voglia sobbarcarsi il suo stipendio con conseguenti maternità, part-time, eccetera e lui mi guarda perplesso, glielo leggo in faccia quello sgomento di una cultura, la sua, maschilista solo di facciata. Ah, ma adesso forse si è aperto uno spiraglio, racconto, e di qui e di là e sbrodolo particolari di un posto di lavoro ambito (da me e da altre mille persone almeno). Sorride, mi fa intendere come, al di là di tutto quello che non capisce, mi reputi una persona meritevole di solidarietà, quella solidarietà poco profonda fatta di imbeccate su come si fanno i dolcetti al miele e sull'iter per ottenere il contributo statale dell'asilo del figlio minore. Gliene sono grata, è un brav'uomo, è una famiglia modesta ma coerente e sana nell'onestà fatta di scapaccioni e collette alimentari per il fratello in cassaintegrazione.
Inshallah, mi dice salutandomi quando ha finito il suo turno allo sportello bollettini. Inshallah, ripete la figliola velata. E a me si apre il cuore e sento umido agli occhi.
Inshallah, mio vecchio ex-collega. Crediamoci, tu, i tuoi figli che non hanno conosciuto la loro terra, tua moglie che ti rammenda le camicie, tua madre che si volge alla Mecca e apre il suo cuore pieno di voi, io che non so più volgere gli occhi al cielo e pregare quel dio della consuetudine dei rosari e delle processioni, ma che spero come speri tu, che mi arrabatto come voi nei vostri 60 metri quadri col cane e le tartarughine, io che mi sento terra fertile per sperare e credere che ci sia un disegno da qualche parte e mi incazzo se il disegno non ha i colori con cui lo disegnerei io. Vorrei imparare da voi quest'etica dell'abbandono, della fiducia in qualcosa di più grande, negli ingranaggi imperscrutabili di queste vite che si tangono e si ingarbugliano e non finiscono mai di darci delle mete e delle sfide. Inshallah, che il tuo dio ed il mio e tutto questo cielo sopra di noi si mettano a testa bassa d'impegno per fare in modo che qualcosa giri per il verso giusto, se ci giudicano meritevoli di qualche stilla di sole.
Anche io vorrei imparare o, sarebbe meglio dire, re-imparare la fede. Una volta ce l'avevo ora credo di essermela persa per strada. Non credo sia giusto ne coerente ma quando viaggi o hai viaggiato nel buio per tanto tempo o la consolidi o te ne allontani e io, forse, avrei voluto scegliere la prima opzione. Magari adesso sarei più forte, chi lo sa...
RispondiEliminaI tuoi post sono sempre meravigliosi :)
Credo sia una strategia di sopravvivenza, la nostra: sperare in qualcosa di diverso da noi stessi ci fa sentire in balia della corrente... o sbaglio?
EliminaIo non sono più capace di crederci, ma forse dovrei imparare anche io..
RispondiEliminaA presto, un bacione :*
Se scopri come si fa fammi un fischio.
EliminaGliel'ho sempre 'invidiata' in senso buono, questa cieca fiducia nel cielo o in chi per lui. Vivono meglio, decisamente meglio di come viviamo noi, io, nei nostri scetticismi. Si, ci sarebbe da imparare eccome... Inshallah!
RispondiEliminaGliela invidio anche io!
EliminaLa fede è importante. Da qualsiasi parte della religione sia guardata.
RispondiEliminaUn sorriso per la giornata.
^__^
E' importante anche quando se ne sente la mancanza...
EliminaRicambio il sorriso!