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Un po' (molto po') di me

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Sono una wannabe-molte cose: giornalista, fotografa, animatrice, interprete, scrittrice, designer. O per meglio dire sono una WANTED TO, visto che ho scelto una carriera da creativa che mi ha portato al niente disoccupazionale. MA sono anche: figlia unica (e assenteista), moglie mutevole; riciclona seriale con tendenza compulsiva all'ammucchio negli angoli, amica leale, tendente alla puntualità cronica e alla lacrima+sigaretta, professionalmente impeccabile. Contraddittoria e mutevole. Cinica e creativa. Stronza, nella maggior parte dei casi.

martedì 27 maggio 2014

C'era una volta

Passano i mesi, passano gli anni, ci passano via sedie sotto il culo e muri da intonacare, ma siamo sempre noi, tu ed io, la roccia che viene guardata con ammirazione, un blocco solido che nessuno sa quanto sia poroso.

Ed eccolo lì il tuo amico che ti viene a dire che ci invidia tanto, noi con la nostra casa di proprietà e con le nostre entrate stabili e soddisfacenti, tu arrivato professionalmente a poter scegliere un minimo (che è un lusso, lo so, lo sappiamo tutti) ed io che non ho neppure bisogno di spaccarmi la schiena ogni giorno all'alba come fa sua moglie.
Noi arrivati, noi precisi e perfetti che ridiamo e scherziamo come un duo di cabaret collaudato, noi che non litighiamo, che facciamo sempre fronte comune. Ecco che dice che cambierebbe la sua vita, caotica precaria e due bimbi che lo assillano di richieste di soldi e di attenzioni e lui è stanco e la moglie pure e allora si arriva a giocare alla patata bollente e non ci si ama più come una volta quando non arrivavano le rette dalla scuola e non si urlava per farsi pagare gli straordinari... con la tua, la nostra vita tranquilla.


Ma non ce lo legge negli occhi quel gran buco nero, quel vortice che pialla e impolvera le nostre giornate? Quel silenzio che ci insulta in casa, quella libertà di tempi e spazi che consuma il nostro ossigeno? Non si fa due conti sull'età e su quanti anniversari stiamo festeggiando davanti ai suoi occhi, lui che è mio coetaneo e in due non fanno sessant'anni, e festeggiamo tutti gli anni una situazione che cambia di pochissimo?

Lui non sa quanto scottano le mani mentre siedi in sala d'aspetto dietro la porta di un medico che può darti una speranza, una sola. Non sa di cosa puzza la corsa sudata verso il ritiro referti, non fa nessun countdown al giorno del ciclo. Lui lotta contro il 19 del mese e in quattro devono farsi bastare trequarti di quello che noi amministriamo in due - no, io non lo invidio, affatto - e noi lottiamo ogni 27 giorni e ogni volta l'emorragia è come se mi scendesse direttamente dal cervello che si bagna come una spugna di illusioni e ossessioni e poi viene strizzato. E allora via, si riparte verso un altro santuario della speranza, verso la siringhe, verso il contatto vischioso con il gel ecografico, saltando sempre meno in alto per cercare di raggiungere una corda tesa che si accorcia.

Eccola la nostra favola da invidiare. Una pancia vuota, un matrimonio fermo al semaforo e scaldiamoli i motori ancora una volta.

22 commenti:

  1. Questo tuo post è un pungo allo stomaco. Potrei averlo scritto io. Proprio domenica sera durante una cena un nostro carissimo amico ci ha confessato che ci porta come esempio di felicità di coppia. Mi sono limitata a sorridere. Dentro sono morta.
    Io che vivo quello che vivi tu, posso capire. E ti abbraccio forte.

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    1. Ma non è che noi siamo infelici... e neppure voi da quanto leggo.
      C'è solo un buco nero dietro ogni giornata...

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  2. Ti mando un abbraccio grande.
    La gente parla a 'sproposito' anche quando lo fa con affetto.
    Ma cazzo, come si fa a non immedesimarsi in una situazione simile? Io non la sto vivendo ma quando leggo blog come questi sento il vostro dolore dentro di me. Non comprendo le persone.

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    1. Non voglio crocifiggere l'amico che dice di invidiarci, per carità, ma mi chiedo soltanto quanto invidiabili possiamo sembrare e quanto lo siamo realmente.

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  3. Il fatto è che la disperazione non salta nessuno. Ha modi diversi e strategie diverse ma tutti, per motivi personali, ci troviamo a vedere sempre più verde l'erba degli altri senza renderci conto che magari anche la loro è secca.

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    1. O che ha un sacco di parassiti... o che viene strappata.

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  4. La blogosfera mi ha insegnato questo, che la frase "ognuno sta vivendo la propria battaglia personale" non è un aforisma del cazzo da link su facebook, è la realtà. è la vita, è il mal di pancia appena svegli che ognuno ha, ognuno per il suo motivo. è solo che quando siamo lì pensiamo al nostro di mal di pancia, e a vederli gli altri ci sembrano tutti felici e contenti, ci sembrano tutti senza mal di pancia.
    Lasciati abbracciare di un abbraccio inutile ma vero
    E scrivi più spesso che mi mancavi.

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    1. Non è inutile nessun abbraccio...
      Ora sai in cosa ho ravanato mentre non scrivevo. Giorni di speranze che tornano e disillusione che risponde.

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  5. che parole...
    mi piace la loro cruda verità
    mi piace il fatto che a scriverle sia stata una penna webbica onesta ed integra, conscia del fatto che la disperazione non salti nessuno, ma sia così democratica da fare schifo...

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  6. Quando la democrazia è un'immensa fregatura.
    Grazie Pata, so che capisci.

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  7. oltre a scrivere ogni tanto vado a leggere anche i blog degli altri. Qualche volta mi dice bene altre volte mi dice male. Questa volta è andata bene! Blog interessante! Buon fine settimana lungo.Ciao!

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  8. Mi viene in mente l'incipit di Anna Karenina, chissà perchè...ti abbraccio, posso fare virtualmente solo questo

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  9. vorrei poter condividere il tuo post.
    no, la gente non capisce.gli occhi si riempiono di invidia e noi non ci riempiamo mai
    un abbraccio grande.e un grazie ancora più grande

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    1. Condividi pure, Paola.
      Ricambio con tutto il cuore l'abbraccio.

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  10. Ciao...è la prima volta che passo di qua...e...scrivi benissimo...da tempo non leggevo qualcosa che mi facesse scendere qualche lacrima...trasmetti ciò che provi e lo fai al meglio. Io ho solo 23 anni,e non posso capire ciò che stai vivendo ma,posso provare ad immaginarlo....da estranea,vorrei poter aggredire il tuo dolore....me non posso far altro che mandarti un forte abbraccio virtuale,per quel che può servire....
    ciao

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    1. Grazie del passaggio, Maria Caterina. Grazie anche per l'apprezzamento, anche se mi piacerebbe avere racconti capaci di strappare sorrisi piuttosto che lacrime.
      E grazie per l'abbraccio e il sostegno, che non è mai vano se sincero e appassionato.

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  11. Siamo forse coetanee e benchè io non stia vivendo in prima persona il tuo stesso dolore, posso solo immaginare quanta fatica e quante speranze bisogna spendere, ogni giorno, per non arrendersi.
    E' facile penso, azzardare giudizi quando non si conosce l'intima storia di una coppia.
    Io vi auguro tutto il meglio.
    A presto,
    Layla.

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    1. A volte non c'è bisogno di conoscere l'intima storia di una coppia, basterebbe porsi semplicemente delle domande, ma è proprio questo voler curiosare senza capire che ferisce... sa tanto di egoismo.

      Grazie per essere passata, Layla!

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dimmi, dai... anche se devi insultarmi o darmi della cretina...