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Un po' (molto po') di me

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Sono una wannabe-molte cose: giornalista, fotografa, animatrice, interprete, scrittrice, designer. O per meglio dire sono una WANTED TO, visto che ho scelto una carriera da creativa che mi ha portato al niente disoccupazionale. MA sono anche: figlia unica (e assenteista), moglie mutevole; riciclona seriale con tendenza compulsiva all'ammucchio negli angoli, amica leale, tendente alla puntualità cronica e alla lacrima+sigaretta, professionalmente impeccabile. Contraddittoria e mutevole. Cinica e creativa. Stronza, nella maggior parte dei casi.

giovedì 19 settembre 2013

cantavamo, a sproposito (SOUNDTRACK OF MY LIFE #38)

C'era una volta un tempo che, pensavo, ci univa e ci teneva a distanza di sicurezza dal resto (della compagnia, dei ragazzi, del mondo), quel tempo assieme che faceva di me e di te una cosa speciale, inalienabile; c'era un angolo segreto e inesplorato in una soffitta immaginaria delle nostre estati, che conoscevamo solo noi, dove tu eri il re imbranato ma bellissimo e io la sorella-consigliera sveglia e sempre un passo dietro di te, ma felice del suo ruolo. E anche la farsa ci piaceva a tal punto da aver paura di dirci con la chiarezza impietosa "dei grandi" che tu non eri re di nulla ma soltanto un affascinante farfallone impenitente, ed io ero innegabilmente innamorata di te da così tanto tempo da fartele passare tutte lisce anche se il rapporto di complicità e belletto che portavo avanti era meno della metà di quello che volevo - e fai bene attenzione: io non ho mai voluto nulla che non fossi certa di meritare, e ho lavorato e costruito e smontato e trafficato ai limiti della legalità per potermi permettere il lusso di volere che mi amassi, che proprio tu l'inarrivabile amassi proprio me la tizia in seconda fila. Che tu mio fratello arrivassi a volere più di me come sorella. Me lo meritavo tutto.


E intanto facevamo girare in tournée la nostra pièce di amiconi perfetti mai sporcati da secondi fini. Due cuffie, un plaid, le nostre mani strettissime avvinghiate e la tenerezza ammorbante di questa canzone in loop, e le tue lacrime per qualcuna che non ero io e le mie lacrime per qualcuno che potevi essere solo tu, ma tu non volevi vederlo e io non ti lasciavo sbirciare. Parole di un amore di anni, decenni, di una vita intera passata assieme... l'avrei ottenuta con te, ne ero certa. Non c'era una prospettiva realistica del futuro farcita di mutui da pagare, gravidanze difficili, treni su cui saltare per vedersi; c'era solo l'imperativo di stare con te, di essere la faccia accanto al tuo sorriso sornione nelle foto di famiglia e il nome sotto il tuo (in rigoroso ordine alfabetico!) sul campanello di casa.
Ma quanto egoismo in me, quanta cieca tenacia nel raccontarmi la bugia di un amore che non esisteva perché non potevano esistere dei calcoli preventivi su quell'amore, non poteva esistere un piano d'attacco per quanto ben pianificato fosse. Potevo meritarti, potevo esigerti, potevo anche vincerti alla lotteria nazionale ma tu non avresti comunque mai dato una chance a noi due, a dispetto di ogni logica.
Soprattutto della mia logica egoista di bambina cresciuta a pane e meritocrazia.
E' che sul tuo rifiuto cieco ci sono passata sopra con il resto della mia vita e tutte le scelte e tutte le svolte e le volte che ho imparato e quelle che ho continuato a spaccarmi la testa.
Sul meritare le cose buone della vita non ho ancora desistito.
Quindi non mi hai insegnato un bel niente, puoi stare tranquillo.

2 commenti:

  1. Si, questa canzone è di una tenerezza ammorbante. Quanto ho pianto, io, ascoltandola? Occhi luccicanti anche adesso, mentre ti leggo, avrei potuto essere io sotto quel plaid?
    E non desistere, a meritare cose buone dalla vita, non desistere!

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    Risposte
    1. tesoro *_* se non avessi visto una tua foto, ora sospetterei copn buona probabilità che al posto del mio principe azzurrosterco ci fossi tu!

      (p.s.: SOPRA il plaid... sotto, avrebbe dato adito a troppe malelingue!!)

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dimmi, dai... anche se devi insultarmi o darmi della cretina...