Malinconia di casa fin da subito, mentre allacciavo la cintura e me ne andavo, mentre il treno iniziava lento la discesa verso valle e salutava sbuffando la mia città. Malinconia dietro le ciglia bagnate, odore di punti interrogativi, di chissà se e chissà quando. Tornare, scegliendo weekend oculati, pronta a bere dolore e cazzate per soffocare quel lento stillicidio di speranze che non servivano più a nessuno. Io leggiadra, io precoce giramondo, io che non mi perdevo in chiacchiere.. un frollino al burro, in realtà, intriso di vizi e di fragilità.
E mentre un'altra vita mi attendeva dall'altra parte del paese, mentre stavo tirando su le fondamenta di quello che loro avevano sempre desiderato per me, per renderli velocemente fieri di questa mia concretezza e delle loro proiezioni azzeccate, non riuscivo a staccarmi da lì, da quella casa, da quella parlata, dagli odori del mio nido dove ho lasciato le lotte insensate della me adolescente, le mie paranoie, i miei voli pindarici appresso alle chimere.
Mai. Neppure ora ci riesco. Mi manca sempre. E' sempre lì casa.
Ho letto di me e mi sono commossa...
RispondiEliminapenso che ci sia dentro un po' di ognuna di noi che lascia il nido... e commuoversi fa bene, quasi sempre. ti abbraccio
EliminaCara Nonsense,
RispondiEliminanon sai quanto mi ritrovi in quello che scrivi... :-)
spero non solo negli stralci malinconici! bentrovata.
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