Odio San Valentino.
E' uno di quei rapporti, il mio con questa festa, nati all'alba della vita, che sono stati tollerati e, perché no?, hanno suscitato anche un minimo di simpatia finchè le aspettative corali non hanno puntato gli occhi su di me.
Da piccina mi divertivo un mondo (la piccola creativa che c'è in me gongola assai) a confezionare per mamma e papà casalinghissimi bigliettini d'amore illustrati con copie e collage di libri di fiabe, tenuti in gran segreto fino a che glieli consegnavo, li facevo scrivere ("Eddai babbo!! una frase più romantRica!") e, goffa Cupidina, li recapitavo svolazzando dal divano alla cucina e viceversa. Era divertente, lo ammetto, farsi i cavoli loro. Tanto io ero innamorata del mio KarateKid e sul grande schermo potevo fingere tutte le romaticherie preadolescenziali che volevo e anche baciare a stampo il suo poster.
Però in seconda media, quel tipetto di terza che somigliava a KarateKid - dietro cui morivo spudoratamente credendo non se ne fosse accorto nessuno, quando lo sapevano anche le tubature del gas - mi aveva fatto lo sgambetto all'entrata del bagno, proprio a San Valentino. Sgrunt.
In prima liceo ho passato il 14 Febbraio al telefono di casa infuocandomi l'orecchia e cercando di contattare Valentino, un mio ex (ma che aveva dimenticato di omettere quest'ultimo particolare) con cui quel giorno avrei festeggiato il suo onomastico, la festa del puccipucci e perfino 6mesi6. Appunto, "avrei", perchè da ben due mesi si stava dando alla macchia, il bel Vale, e ovviamente quel giorno lì aveva continuato a farsi negare al telefono.
In seconda liceo, archiviato Vale, c'era il bel fusto di V. Aveva la patente, i Levi's, il rispetto di tutte le matricoline e le orecchie a sventola. Peccato che io guardassi le sue natiche, nel frattempo - benedetti Levi's. Lui ovviamente non mi cagava di striscio e così quel giorno decorai i vetri lerci del suo pandino giallosenape con dei cuoricini. La zitella della sua classe si affacciò dalla finestra della classe che guardacaso dava sul cortile. Il 15 il bel fusto si presentò davanti alla mia classe porgendo una pelle di daino, dichiarando offesissimo "almeno finisci il lavoro". Vergogna e raccapriccio.
Passata la maggiore età mi innamorai dell'istruttore di scuola guida: un classico. Gli feci recapitare anche una rosa con un biglietto anonimo che, però, avevo formulato con l'aiuto dell'altro istruttore, mio complice ma dalla bocca eccessivamente larga. Seguì figur'emmerda davanti a tutta la classe (ringraziarmi pubblicamente fu furbo quasi come il mio complice) e una dichiarazione a parte: "ora mi interessa un'altra ma se va male con lei ti terrò in considerazione". Sto carciofo con la testa da babbuino. Un'alzata di spalle e passai avanti.
Matricola universitaria. Reduce da una storia estiva che voleva continuare nonostante milleepassa km, difficilotta insomma e quindi accantonata. Giochi di sguardi tra i banchi, in fila per arrivare alla macchinetta del caffè, in aula studio. Due occhi di brace, una faccia da culo (in senso positivo) e io partita in quarta senza neppure sapere come si chiama. Abbordato, superato l'ostacolo iniziale, prendo a uscirci inserendolo nel mio gruppetto di amici. Poi nel gruppetto entra una mia doppiogiochissima compagna di liceo, la classica acqua cheta, che proprio il 14 Febbraio mi annuncia che lei e il tipo non escono più con noi perchè preferiscono frequentarsi da soli.
Giocoforza fu che il II anno di uni passai San Valentino con sole amiche femmine, al solito tavolo del solito pub, ciucche marce di birra belga e di chissàcosa ci propinava il barista (per il quale, ça va sans dire, avevo una cotta persa in partenza).
Ah... da quell'anno aleggia su tutto lo spettro del mio non-ex che a San Valentino mi mandava un sms, sì: quello con cui rinnovava la voglia di vedermi nonostante fosse costretto alla serata puccipucci con la ragazza di turno.
Il IV anno di uni stavo con un ragazzo; storia a distanza ma nemmeno tanto, felice ma nemmeno tanto (colpa anche del non-ex), disturbata da diversità di vedute e da caratteri in perenne collisione. Forse si preannunciava un San Valentino in coppia, alleluja alleluja. Fu davvero da ricordare: esordì schifandosi dei miei 2 kg presi da Natale, al ristorante ordinò lui per me (rigorosamente in bianco e porzioni ridotte) e il regalo che gli avevo confezionato con le mie mani venne bollato come "inaudita mostruosità". Cazzo, ma almeno fingi che ti piaccia e chiudilo in un cassetto quando non vengo a trovarti. Idiota. Scaricato, dopo un paio di settimane: quand'è troppo è troppo.
Da allora sto con il mio attuale consorte. Primo 14 Febbraio: fedine. Secondo: cenetta cinese in casa e fiori. Terzo: boh... non so, ho rimosso, forse riuscirei a ricostruirle scovando nella scatola dei ricordi i bigliettini. Mille cose si sono sovrapposte: traslochi, matrimoni, lutti, lavoro.
L'anno scorso ho festeggiato doppio: pomeriggio puccipucci (ehi, ma io ODIO queste cose!!) in centro con il piccolo Lui, serata casalingo-culinaria con il consorte. Da notare che NON mi sentivo una merda, anzi: era una specie di equilibrio.
E stasera? Ripropongo la cenetta casalinga: lui cucina, io addobbo e predispongo. Magari ci scapperà qualche coccola sincera, non forzata dalla festa dalle luci dalle candele. O forse crolleremo sul divano con la testa a penzoloni come vecchietti in un ospizio. Ho il cuore sereno, però.
Buon san valentino :)
RispondiEliminaquesta festa l'ho quasi sempre vista al ristorante...ho fatto gli extra come cameriere in un ristorante, per il resto non ho idea. Baby mi hai fatto ridere, ricordare e mi è ritornato qualche rossore da figura di merda innamorata. Ciao e fanculo i valentini
RispondiEliminacommento of topic
RispondiEliminaCiao! miiiii buono il lampredotto....
già, ma di dove sei te, che nel profilo non c'è scritto??
ciaociao bacioni
certo che ne hai avuti di s.valentini sfigati...questo com'è andato??
RispondiEliminaBuono di cuore, ottimo di mente, impegnativo di fisico.
RispondiEliminaCi siamo: siamo sulla strada del miglioramento.
Buon inizio settimana a tutti.