1996, estate.
Occhi bistrati di pece che si affacciavano su di un mondo nuovo.
Cambidge e poi Norwich e la contea. Occhi francesi, belli da ammutolire e arricciare le erre ad ogni parola, incartare fiato caldo nella sabbia e crogiolarsi come lucertole sotto il vento del'east. Occhi canadesi verdi che ti veniva spontaneo ridefinire la parola "verde", vicinivicini e da tutt'altra parte come spiritelli capricciosi. Occhi inglesi, cupi, nuvolosi, abbracciati a lentiggini ironiche e a sigarette sempre un po' più cariche. Mettevo i rollerbade e via, occhiocchiocchiocchi - crossroad - occhiocchiocchiocchi - subway - occhiocchiocchiocchi. Le mani della mia amica del cuore da stringere forte ad ogni semaforo pericoloso, ad ogni vetrina che metteva in mostra quel cd che, quel poster di.
Un viale lungo la spiaggia, panchine cotte dal sole, birre in lattina e tovaglie di carta rapite dalla brezza lungo quel mattonato che pareva infinito, ospitava aquiloni garruli e pascolo di vite giovani come noi. Canoe da pulire e campanelli da suonare. Indirizzi da scambiare per raccontarci che torneremo ancora qui a cantare fumati sdraiati sulla moquette lercia di un appartamento di chissà chi che sa d'incenso e scopate, e correremo fino al pontile inventando parole a metà strada, e noleggeremo un po' di felicità come facevamo allora.
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dimmi, dai... anche se devi insultarmi o darmi della cretina...