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Un po' (molto po') di me

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Sono una wannabe-molte cose: giornalista, fotografa, animatrice, interprete, scrittrice, designer. O per meglio dire sono una WANTED TO, visto che ho scelto una carriera da creativa che mi ha portato al niente disoccupazionale. MA sono anche: figlia unica (e assenteista), moglie mutevole; riciclona seriale con tendenza compulsiva all'ammucchio negli angoli, amica leale, tendente alla puntualità cronica e alla lacrima+sigaretta, professionalmente impeccabile. Contraddittoria e mutevole. Cinica e creativa. Stronza, nella maggior parte dei casi.

giovedì 21 aprile 2011

Strascichi del GF

E c'è la tv che mi infarcisce sempre le serate di carrambate strappalacrime, di abbracci con rincorsa, di gridolini e occhioni luccicosi. "La mia mamma! La mia mamma! Ti rendi conto?! Non la vedevo da sei mesi..."

In questi giorni per me fanno sei anni.
Non ricordo più il suo profumo, né il suono della sua voce. Com'è possibile?
Sei anni volati, ché se mi giro indietro torno ancora ad avere la fretta di finire quel libretto universitario. A vagare per l'ospedale cercando perchè negli sguardi sempre più evasivi dei medici. A costruire il mio futuro di lavoro, sogni, amore e a non capire quando ci sarebbe stato lo strappo - che ci sarebbe stato lo sapevo, ma quando, avrei fatto in tempo a, avrei potuto concedermi tempo per.
Poi una telefonata e non uno strappo: uno tsunami.
Ricordo tutto di quell'ultimo giorno: sospiri al telefono, risatine isteriche, angoscia. Ricordo la telefonata successiva, quando oramai chiedere a mio padre se sa fare un massaggio cardiaco era solo un ennesimo modo per essere la figlia efficiente, organizzata, che sa sempre cosa fare tranne rassegnarsi e lasciarsi andare alla realtà.
Testa sotto la sabbia che rovescia un'intera spiaggia tirandosi su a respirare.
Rimorsi, rimpianti, rabbia, senso di incompiuto.
Chè sono sei anni che ho dentro miliardi di miliardi di parole che credevano di poter essere ancora dette, e invece no.
Invece c'è silenzio e un muro che mi risponde quando la cerco.
C'è quella casa che mi ricorda bambina e dove vedo ancora lei nelle sue faccende mentre sento il pianto di un marito solo.
Ha bisogno di lei, IO ho bisogno di lei. Non ero abbastanza grande da poterne fare a meno, né lo sono ora... nè credo che lo si possa essere mai, eppure è così, è accaduto e sta accadendo e posso solo arrabbiarmi, niente di più.
Ma dopo sei anni mi accorgo che la mia testa perde pezzi. 
La prospettiva del resto della vita senza di lei mi toglie il respiro.


(Scusate la paranoia)

11 commenti:

  1. Da mamma, cosa posso dire? Ti abbraccio e basta.

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  2. non scusarti.
    cadrei in pezzi anche io. e non sono sicura che starebbero insieme quei pezzi

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  3. ...e toglierebbe il respiro a chiunque. mi unisco all'abbraccio collettivo.

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  4.  eppure sei così forte... veramente non è utopia, sei una favola di donna che ha accetato i propri limiti... ed il limite pensa che non l'hai neppure fissato tu, ma un destino crudele... quello che ci toglie chi vorremmo non ci lasciasse mai... ti abbraccio forte, da figlia ti abbraccio fortissimo!

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  5. Non devi assolutamenti scusarti, non lo fare mai più. Prima di tutto questo è il tuo posto e tu puoi scrivere quello che vuoi. Seconda cosa, come si fa a chiedere scusa per aver espresso un sentimento così intimo? Questo è quello che tu provi ed è giusto che tu lo scriva. Non so in che modo, ma ti sono vicina. Ti ringrazio di aver condiviso questo tuo pensiero. Un abbraccio grande. A presto

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  6. per un attimo fai come se fosse al di là di un muro. Che non la puoi vedere ma ti può sentire. parlale. E' senza voce, in questo momento non ti può rispondere. Dille tutto quello che ti sta corrodendo dentro. Dille tutto quello che avresti voluto e che. Leggile le pagine che avresti voluto leggerle. Raccontale i tuoi sogni i tuoi successi le tue ferite. FAI COME SE. Ogni giorno, ogni sera, ogni momento in cui senti sia necessario. Prova a pensare che quella fitta che senti sia la sua mano che ti accarezza la testa e ti dice sono qui. Lasciati andare al dolore e prova ad abbattere il muro. Lo sai che è possibile? Un abbraccio

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  7. mi dispiace davvero tanto;posso solo mandarti un forte abbraccio e magari insieme agli altri potranno  riscaldarti x qualche secondo il cuore.

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  8. Con mio padre sono due anni e mezzo.
    Anch'io sapevo che il giorno sarebbe arrivato, e quando è stato il momento ero pronta.
    Ciò che non mi perdono è il tempo che abbiamo sprecato prima e che non tornerà più.
    Un abbraccio anche da parte mia.

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dimmi, dai... anche se devi insultarmi o darmi della cretina...